ANALISI DI MERCATO 26.01.18

Molta domanda di crema sui mercati esteri, con prezzi che a seconda del fornitore e della provenienza oscillano tra 1,87 e 1,93 €/kg reso Nord Italia. Sul mercato nazionale, invece, al momento non c’è domanda di crema, con gli stessi utilizzatori che oggi sono venditori e i pochi compratori che ci sono, sono disposti a pagare e a valutare la crema nazionale 1,78 €/kg partenza.

Il latte crudo, che mercoledì veniva indicato tra 0,28-0,29 €/kg, oggi viene offerto a 0,27 €/kg franco arrivo. Lo scremato è sempre piantato a 0,11 €/kg consegnato.

Bollettini del burro sempre in movimento, ma niente rispetto al mercato. Kempten ha guadagnato € 0,05 sul minimo e resta invariato sul massimo e si porta oggi a 4,10-4,20 €/kg, l’Olanda è salita di € 0,12 e si porta a 4,16 €/kg, praticamente come la media di Kempten che oggi è a 4,15 €/kg, la Francia invece resta invariata a 4,20 €/kg.

I mercati però sono saliti molto di più rispetto ai bollettini, con il burro tedesco che oggi viene indicato a 4,40 €/kg reso Nord-Italia, i Paesi Baltici che invece il 4,20 €/kg lo chiedono partenza e la Polonia che fino a 10 giorni fa offriva a 3,75 €/kg consegnato e oggi chiede prezzi di 4,10 €/kg partenza. Da specificare che questi prezzi sono chiesti dai commercianti che hanno un po’ di merce, anche fresca, ma le latterie polacche, tedesche o baltiche che siano, sono restie a offrire, un po’ perchè parte del burro lo stanno stoccando loro, un po’ perché vedono e si aspettano un mercato al rialzo. I clienti  esteri sono invece tutti alquanto scoperti perchè si aspettavano un mercato calante e oggi è invece difficile trovare venditori. Ancora non è stato stabilito il prezzo per la GDO in Germania,  si sa solo che i fornitori hanno chiesto di fare un contratto di un mese soltanto appunto perché vedono un mercato al rialzo.

Le esportazioni comunitarie di burro sono diminuite del 27,3% a novembre, 8.233 Tons, rispetto a novembre 2016, a causa dell’aumento dei prezzi e della scarsa disponibilità di prodotto. La UE ha esportato soprattutto verso gli Stati Uniti, 20% della merce pari a 24.000 Tons circa, +50% nel 2017 rispetto al 2016.

 

Il latte in polvere, dopo la vendita della merce all’intervento, ricordiamo che la settimana scorsa sono state aggiudicate 1.900 Tons a un prezzo minimo di 1.190 €/Tons, fa registrare sui bollettini una leggera flessione di quello per uso zootecnico, chiaramente più influenzato della merce all’intervento, e invece un leggero rialzo sulla merce per uso alimentare.

Teoricamente, la merce all’intervento essendo alquanto datata, dovrebbe andare per uso zootecnico. Ripeto, teoricamente.

Mercato che tende a chiedere un po’ di più per l’uso alimentare, non solo per il secondo semestre come accennato la settimana scorsa, ma anche per il pronto.

Le esportazioni UE di SMP a novembre sono aumentate del 42,2%, 60,300 Tons circa, su novembre 2016, e nel periodo gennaio-novembre 2017 sono aumentate del 38,9% rispetto allo stesso periodo del 2016. Le principali destinazioni sono state Algeria, Cina, Indonesia e Filippine.

Anche le esportazioni di WMP a novembre sono aumentate del 2,3% rispetto al novembre 2016 e le principali destinazioni sono state Algeria e Paesi del Nord-Africa.

 

Il siero in polvere per uso zootecnico fa segnare rialzi sui tre bollettini principali. Da notare che per Olanda e Germania è la terza settimana consecutiva di rialzo. Quello per uso alimentare, invece, resta invariato.

 

Le quotazioni medie dei bollettini europei dei formaggi sono in calo per l’Edamer a 2,93 €/kg e il  Gouda a 3,06 €/kg, in aumento per l’Emmentaler a 4,67 €/kg e stabili per il Cheddar a 3,11 €/kg.

In Italia, quotazioni in aumento di € 0,05 per il Parmigiano Reggiano meno stagionato a Mantova e in calo il Grana Padano a Mantova e a Brescia.

Le esportazioni UE di formaggio a novembre sono calate dell’1,5%, 69.800 Tons circa. Anche a livello annuale sono diminuite soprattutto a causa dell’aumento dei prezzi registrati a settembre 2017, alla maggiore della competitività degli altri principali Paesi esportatori e della valuta sfavorevole. Tuttavia, la domanda mondiale di formaggio dovrebbe restare forte e i prezzi della UE dovrebbero restare competitivi.

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